Nelle giornate del 16 e 17 marzo si è tenuta la riunione del FOMC della Federal Reserve. Il FOMC (Federal Open Market Committee) è un organo che si riunisce otto volte all’anno, costituito da 12 membri, tra cui i 7 membri permanenti di nomina presidenziale. Durante le sue riunioni vengono definite le cosiddette politiche di mercato aperto, tramite le quali la Federal Reserve influenza il tasso di interesse principale, il cosiddetto Fed funds rate, che è il tasso interbancario a cui le banche e altri operatori finanziari si prestano denaro tra loro. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo. https://www.dirittofuturo.org/?p=884
Un documento che viene prodotto dal FOMC trimestralmente è il cosiddetto “dot plot” in cui (come mostrato nell’immagine che abbiamo allegato), tramite dei puntini, i membri del cosiddetto Board of Governors (costituito da 19 membri, quindi un organo più allargato del FOMC, che include tutti i rappresentanti delle 12 banche del Federal Reserve System) indicano, per i tre anni successivi, le loro aspettative riguardo il range in cui si troveranno i Fed funds rate. Oltre a questo, vengono indicate anche le aspettative di lungo periodo che riguardano il picco di tasso che i membri si attendono nel momento in cui la politica monetaria della banca centrale sarà normalizzata (e quindi verranno meno le manovre espansive in corso). Il documento è sempre molto atteso perché, oltre a dare ai mercati la sensazione di quali siano le opinioni della Fed, influisce sulla decisione sui tassi stessi.
L’ultimo “dot plot” rilasciato evidenzia come tutti i membri che hanno espresso una indicazione (18) prevedano tassi invariati nel 2021 e sino al 2023 la maggioranza di loro continui a vederli nel range tra 0 e 0,25%. Stando alle attuali previsioni i tassi potrebbero variare solo a partire dal 2024. È evidente che tali aspettative possono mutare sulla base di diversi fattori, come la crescita economica, l’inflazione, l’occupazione e la stabilità finanziaria dell’intero sistema degli Stati Uniti (e non solo, dato che come sappiamo l’influenza delle decisioni della Fed arriva ben al di là dei confini del paese di cui definisce, direttamente, le politiche monetarie).